Pubblichiamo i due resoconti di Amelia Barbui e di Raffaele Calabria, sulla Giornata Intercartelli, che ha avuto luogo a Ravenna il 27 ottobre u.s.
GIORNATA INTERCARTELLI RAVENNA
Amelia Barbui
Responsabile Nazionale Cartelli SLP
Ringrazio le segreterie di Bologna e di Rimini per aver organizzato questa giornata intercartelli. Le testimonianze di lavoro in cartelli si sono susseguite in modo puntuale e cariche di entusiasmo, sollecitando una discussione che ha messo in rilievo il ruolo imprescindibile del +1 perché i prodotti del cartello possano essere singolari e al tempo stesso rivolti alla Scuola.
Un + 1 il cui compito di agente provocatore non è – come ricorda J.-A. Miller – né quello di un padrone, di un S1 che mette al lavoro, né quello di uno che sa, di un S2, né quello di uno psicoanalista, in posizione di oggetto a, ma di qualcuno, di un soggetto barrrato che pone e si pone incessantemente degli interrogativi, che fa lavorare e lavora lui stesso.
Ed è stato questo il clima di lavoro della giornata.
Abbiamo ascoltato prodotti di lavoro non dogmatico ma orientato, frutto di elaborazioni sostenute in un piccolo gruppo iscritto in una lista di cartelli dell’SLP.
Uno sciame di interventi da cui emergeva quel più di sapere singolare depositato nello scritto, come resto di discussioni e rielaborazioni avvenute in, e non da, un piccolo gruppo di colleghi.
La difficoltà, se non l’impossibilità di trovare un filo rosso tra i diversi interventi succedutesi nelle due sessioni, ha fatto toccare con mano la logica del non-tutto sottesa al cartello, ricordando, ancora una volta, che il +1 non vi si aggiunge per costituire, come eccezione, un insieme chiuso quanto piuttosto per mantenere aperta la distanza tra sapere e verità.
Quale resto alla fine della giornata? Molti interrogativi aperti e il desiderio di proseguire il nostro lavoro nei cartelli dell’SLP perché ciò che Lacan sapeva possa per ciascuno prendere la forma di un più di sapere.
Molteplicità dei Cartelli e unicità della Scuola
Raffaele Calabria
Raffaele Calabria
Sorprendente è stata la presenza di tanti colleghi alla giornata Intercartelli, promossa dalle segreterie di Bologna e di Rimini, e svoltasi a Ravenna sabato 27 ottobre 2012. Questo a testimoniare che la Scuola di Lacan in Italia oggi è più che mai viva e moderna nella sua forza vitale.
In primis è stato ricordato Carlo Viganò, scomparso all’inizio di quest’anno e promotore della giornata Intercartelli di due anni fa, per la sua passione per il cartello che definiva “un metodo non universitario di trasmissione del sapere sull’inconscio”. La relazione introduttiva del Presidente della SLP, Paola Francesconi, ci ha subito permesso di entrare nel vivo dei lavori. Ci ha ricordato come il cartello sia uno dei due modi di entrata nella Scuola e che il lavoro che produce “non può fare a meno della propria esperienza soggettiva”. In particolare, tra l’altro, ha ben sottolineato che il cartello, nella sua molteplicità di declinazioni, “rende presente la SLP e non la psicoanalisi tout court”.
A seguire l’intervento del responsabile nazionale dei cartelli, Amelia Barbui, che ha ripreso, con eccellente semplicità, il famoso lavoro di JAM dell’86 “Cinque variazioni sul tema dell’elaborazione provocata”. Oltre ad aver articolato il matema che Miller ivi costruisce, ha ribadito che “i membri del cartello lavorano a partire dalle loro insegne e non dalla loro mancanza-ad-essere”, e che il lavoro di transfert, sostenuto dall’arte del +1, richiede che “l’oggetto a non sia più sotto la barra, ma che sia in posizione di mettere al lavoro i cartellizzanti”.
Quindi le due sessioni di lavoro, che vedevano raggruppati gli interventi a partire dall’appartenenza a cartelli di lettura dei testi e a quelli sulla clinica. Molti i temi emersi: il cartello come strumento di orientamento nel proprio lavoro istituzionale, come regolatore e limite di un dire al femminile, come veicolo di uno dei quattro discorsi, come sorgente di erudizione a supplenza di un +1 non riconosciuto, come ripresa di una riflessione sulla propria analisi, come ricerca e articolazione di modi possibili per scrivere la mancanza.
I commentatori, Maurizio Mazzotti e Loretta Biondi, hanno ben saputo cogliere le singolarità delle diverse scritture, rilanciando stimoli per un dibattito che si è rivelato fertile e ricco di suggerimenti che orienteranno sicuramente l’elaborazione dei prossimi anni.