L’impegno della nostra Scuola sul versante della passe costituisce la prosecuzione di una messa al lavoro, costante, del rapporto tra l’intime di ciascuno e la psicoanalisi come causa che ha mosso la SLP. A questo incoraggiamo chiunque si avvicini alla Scuola, e questo chiediamo a chi della nostra Scuola diventerà membro. Come l’esperienza psicoanalitica ha cambiato, rimaneggiato, riposizionato le nostre ripetizioni e, perché no?, le nostre stereotipie un po’ autistiche: di questo, di ciò che l’incontro con la psicoanalisi ha profondamente modificato nelle nostre esistenze, desideriamo portare testimonianza. Nel proprio modo, ciascuno può farlo, in modo indiretto, con l’entusiasmo del proprio lavoro e contributo per la Scuola, o diretto, con la scommessa di riuscire nello sforzo più radicale di trasformare in cifra trasmissibile il racconto della propria storia.
In un certo senso, questa prospettiva aperta dalla passe, ovvero dall’esperienza più valorizzante della singolarità soggettiva, disegna uno spazio « tra due cause », per così dire.
Se l’esperienza di un’analisi ha avuto il proprio motore propulsivo nella causa intima, individuale, in ciò che faceva causa per il soggetto, per le sue formazioni dell’inconscio, nei suoi sintomi/sinthomo infine, la psicoanalisi come causa al di là del termine della propria analisi, trascina quel vivere la pulsione al di là della domanda, che un soggetto ha scelto eticamente di mettere a disposizione di un nuovo legame sociale, nuovo rispetto a quelli fatti di sembianti illusoriamente consolatori.
La Scuola sostiene il desiderio deciso di chi punta non solo a concludere la propria esperienza oltre l’effimero ben-essere metasintomatico, ma anche a farne uno strumento di costruzione delle condizioni, sempre nuove e rinnovate in ogni epoca, di esistenza della psicoanalisi come tale. Chi decide di intraprendere l’esperienza della passe è qualcuno che punta a convincere un Cartello, una comunità di colleghi in esso rappresentata, dell’autenticità del proprio sforzo di far passare la propria singolarità, che l’analisi ha purificato, a modalità di trasmissione pubblica. E’ lo sforzo più riuscito, più diretto, di giunzione tra l’intimo di ciascuno e l’esteriorità dei facenti parte di un discorso condiviso, quello analitico. Il logo di questa Conversazione, la bottiglia di Klein, veicola al meglio tale giunzione inedita tra intime ed éxtime.
Certo, si può percorrere, dunque, il cammino da una causa all’altra, all’interno dello stesso discorso, dello stesso legame sociale, questa è la nostra unica restrizione.
La Conversazione che avrà luogo a Milano il 24 novembre, e di cui leggerete prestissimo il programma completo, promuoverà una riflessione sulla passe come testimonianza diretta della fine di un’analisi, e come incidenza sulla pratica.
Nella prospettiva della messa in primo piano della singolarità soggettiva, ascolteremo in una prima parte, composta da tre sessioni, come il desiderio dell’analista ha orientato la pratica e le domande di cura verso l’esperienza dell’inconscio dei propri pazienti. I testi dei colleghi saranno, come già spiegato nel comunicato del Segretario Nazionale, riassunti da altrettanti colleghi lettori che ne riporteranno i punti salienti.
Nella seconda parte, costituita da una sessione, tre colleghi che hanno attraversato l’esperienza della passe esporranno nei loro interventi come tale esperienza abbia inciso per loro sulla pratica.
E’ della massima importanza che tutta la Scuola afferisca a questo appuntamento, cui non possiamo mancare se intendiamo avanzare in presa diretta con la nuova politica della psicoanalisi.
A presto a Milano
Paola Francesconi