con l’intervento, che pubblichiamo qui di seguito, di Carlo Monteleone, Segretario SLP di Catania, diamo avvio al dibattito che ci accompagnera’ da ora fino ad una settimana prima del Convegno Nazionale della nostra Scuola.
I temi sui quali si articoleranno i lavori delle sale plenarie del Convegno sono i seguenti:
1) Modificazioni del sapere nella psicopatologia
2) Psicoanalisi, psicoterapie e domanda di guarigione
3) L’inconscio nella cultura
4) L’inconscio a-sociale?
5) Testimonianze degli AE
I temi delle cinque sale simultanee saranno i seguenti:
1) Trasformazioni della domanda
2) Eclissi e varianti del desiderio
3) Inerzia e mutamenti della soddisfazione
Invito quanti tra di voi desiderino partecipare al dibattito su tutti questi
8 temi con un proprio testo, di inviarlo, indicando DIBATTITO CATANIA, alla sottoscritta a questo indirizzo e-mail: [email protected]
Cari saluti
Paola Francesconi
Scuola Lacaniana di Psicoanalisi
I non luoghi della psicoanalisi moderna
Carlo Monteleone
Il titolo del Convegno evoca un crocevia inevitabile, almeno da quando Freud ha formalizzato la scoperta dell’inconscio. Da allora clinica, cultura e sociale incontrano la psicoanalisi, talvolta scontrandosi con essa, altrimenti dando luogo a dialoghi interessanti, in ogni caso non potendo più prescinderne.
E’ certo che l’inconscio esisteva prima di Freud ma non era apparso sulla scena della scienza moderna, in quanto dotato di meccanismi di funzionamento linguistici che ne rendono impossibile l’elusione.
All’inconscio, al suo sapere al di là di un mero determinismo, rappresentato dal reale irriducibile che abita il soggetto, il mondo contemporaneo fa orecchio da mercante, abituato a nascondere l’orrore delle questioni irrisolvibili dietro cortine, sbarre, filo spinato.
La psicoanalisi dai suoi detrattori viene data per moribonda, agonizzante per la sua “obsoleta†pervicacia a voler a tutti i costi insistere sul disfunzionamento strutturale del soggetto, in un mondo tecnicizzato in cui ogni cosa deve funzionare, e dove le risposte multiple sopravanzano sempre la domanda fino a zittirla definitivamente.
I colleghi già intervenuti sottolineavano la dimensione della psicoanalisi come esperienza, alla fine della quale guardare in faccia il sinthomo, e del proprio fallimento fare causa di una esistenza, là dove il godimento si annoda con la castrazione.
Per quanto oggi la tendenza generale sia quella di un assorbimento indifferenziato di informazioni attraverso tutti i canali sensoriali possibili, manca la ricerca di un sapere soggettivo, il sintomo si fa strada attraverso slalom sempre più vertiginosi, nel tentativo bislacco di ignorare l’inconscio. Si arriva anche ad affermare che l’uomo contemporaneo ne sia sprovvisto, occultando quindi le sue manifestazioni, vistose e visibili nei sintomi contemporanei e nei luoghi spuri in cui questi si esprimono.
A mio parere, una versione della modernità della psicoanalisi è proprio quella di esserci sempre ai crocevia, confrontandosi con la clinica nelle istituzioni psichiatriche, con la società dei non luoghi de-soggettivanti, come ad es. le prigioni, con i dibattiti culturali, politici ed economici che si svolgono negli ambienti accademici o altrove.
Non si tratta di contaminazione ma di arricchimento, Lacan non teneva lezioni universitarie e non psicoanalizzava solo nel suo studio, Freud sì, ma stava inventando il dispositivo. La rinuncia ad una pretesa ortodossia, quella si senescente e moribonda, ha rilanciato, con Lacan, la psicoanalisi nell’orbita più avanzata della modernità.
Catania è da sempre un crocevia, di popoli, lingue, dominazioni che nel corso dei secoli l’hanno attraversata. Di tante culture gli effetti sono stati talvolta positivi altri meno, in ogni caso hanno acceso la propensione all’accoglienza del nuovo e del diverso che ancora oggi ci caratterizza.
Mi auguro, dunque, che lo stesso accada per il nostro Convegno, in cui il desiderio che anima la psicoanalisi e la sua capacità di rinnovamento possa trasmettersi ai discorsi della modernità con cui ci apprestiamo a dialogare.