DIARIO DELLE GIORNATE DI TORINO #7
Lo sforzo di preparazione delle giornate di Torino si accompagna a quello volto al rinnovamento e alla ridefinizione della Scuola. Un momento cruciale di questa riorganizzazione è stata la decisione dell’apertura di una sede nazionale di cui ho il piacere di annunciare che da questo momento è operativa.L’indirizzo è: Scuola lacaniana di psicoanalisivia Daverio 720122 Milanotel: 0254122747Gli orari di segreteria sono dal lunedì al venerdì h9,30-h13,30 Marco Focchi Come mai è così difficile mettersi dalla parte dell’inconscio? Perché « la politica è l’inconscio ».I politici e, più in generale le istituzioni sociali, non si fidano a lasciare la politica in mano a questa logica, che pure è quella del soggetto contemporaneo: un soggetto che è definito dall’indeterminismo, dall’imprevedibile di un oggetto che non ha più uno statuto ontologico, ma è epistemico, il soggetto dell’inconscio come soggetto della scienza.I politici preferiscono fare un uso « scientista » della scienza, piegarla ai vecchi principi della ragion sufficiente. Si fidano del sapere solo a condizione che sia positivista, a resto zero. Uno degli strumenti di questa politica che non accetta di stare dalla parte dell’inconscio è quello, segnalato da Bassols alla Rencontre dell’AMP di Parigi, di proporre il reale del fallo come il cervello: politica dell’utopia cibernetica del cognitivismo.Lo psicoanalista ha un compito che è pragmatico, quello di dimostrare che dare spazio all’imprevedibile del rapporto epistemico con l’oggetto (transfert) non porta all’anarchia e alla rovina della civiltà. Al contrario fare dell’oggetto la causa, opporsi alla chimera della mente come oggetto manipolabile è, nell’epoca della relatività, la proposta politica che può vincere la pulsione di morte veicolata dalla cosiddetta biopolitica.Nel breve intervento che farò al forum di Torino tenterò di mostrare i paradossi che questo rifiuto di tener conto del soggetto contemporaneo produce a livello delle politiche sanitarie. Carlo Viganò I punti opachi della memoria Si è appena concluso a Torino il Salone Internazionale del libro dedicato quest’anno al tema della memoria.Un tema di grandissimo interesse nella nostra epoca, in cui assistiamo a due tendenze che paiono il rovescio l’una dell’altra. Da un lato, l’avanzare di revisionismi quasi impensabili, frutto della perdita di tenuta del simbolico e della non credenza generalizzata nell’Altro. Dall’altro il miraggio dell’equivalenza fra memoria soggettiva e memoria digitale, in cui nulla si perde in quanto conservato e archiviato sotto forma di files in quel grande hardware che sarebbe il nostro cervello.Che sia sul versante della cancellazione delle tracce simboliche della storia, che sia sul versante della completezza immaginaria garantita da un corpo-macchina che immagazzina dati, siamo di fronte a due diverse derive in cui si mette in rilievo la cancellazione della dimensione del soggetto.Freud ci ha infatti mostrato che i paradossi della memoria rispondono di una logica inconscia, in cui alla rimozione corrisponde il ritorno del rimosso che si fa presente nelle formazioni dell’inconscio, formazioni che per essere decifrate necessitano del discorso del soggetto e che giungono fino a circoscrivere un punto di reale, quell’ombelico del sogno che ne costituisce il perno e che è anche il punto di fallimento della rimemorazione.L’esperienza freudiana con l’Uomo dei lupi, rispetto al quale Lacan sottolinea l’accanimento di Freud affinché si giungesse ad una sorta di rimemorazione oggettiva e senza falle, ci insegna a quale peggio conduce l’ideologia di una memoria completamente trasparente a se stessa.Nello stesso tempo la clinica di Freud prima e di Lacan poi ci rende parimenti avvertiti del fatto che ciò che è rigettato dal simbolico ritorna nel reale, e ne constatiamo gli effetti oggi nella segregazione sempre più dominante e nelle esplosioni di violenza.Il Convegno Dalla parte dell’inconscio, che ci vedrà riuniti fra pochi giorni a Torino ci permette di restituire alla memoria la dimensione che le è propria, tessitura simbolica bucata dal reale che consente l’esistenza di un soggetto che può separarsi dal determinismo della ripetizione per prodursi nella contingenza. Paola Bolgiani Link per il convegno: http://tutto-torino.blogspot.com/ Link per il Forum: http://www.scuolalacaniana.it/appuntamenti_scheda.asp?s=1&id=246