DIARIO DELLE GIORNATE DI TORINO #5
Il linguaggio delicato e leggero con cui Maria Laura Tkach porta la nostra riflessione sui temi del Convegno fa risaltare, almeno così io sento, le evocazioni proustiane del titolo: Du côté chez Swann: la via dell’amore, su questa strada ci sono Odette, Gilberte… più in là Albertine. Du côté des Guermantes: la via della mondanità, del prestigio, l’eleganza e la vacuità dell’aristocrazia… ma anche la sua intelligenza, perché su questa strada c’è Oriane, l’incomparabile duchessa di Guermantes. Per noi c’è la via dell’inconscio, dove il convegno ci invita e ci incammina, e dove troviamo l’intelligenza, la sorpresa, la lieve brezza di cui ci parla Maria Laura. Nell’altra tutto questo si perde nella pesante palude della routine burocratico-scientista. Marco Focchi Il y avait autour de Combray deux «côtés» pour les promenades, et si opposés qu’on ne sortait pas en effet de chez nous par la même porte, quand on voulait aller d’un côté ou de l’autre: le côté de Méséglise-la-Vineuse, qu’on appelait aussi le côté de chez Swann parce qu’on passait devant la propriété de M. Swann pour aller par là, et le côté de Guermantes. Dalla parte dell’inconscio Il discorso psicoanalitico, creato da Freud nel lontano ‘900, segnò il tempo, marcò un prima e un poi, lasciò una traccia nella nostra civiltà, scoprendo la possibilità di mantenere una breccia aperta nell’essere parlante, mostrando le nuove opportunità che ai soggetti si possono presentare, a condizione di non volerla richiudere, questa breccia, troppo velocemente. L’inconscio, insegnatoci da Freud e rilanciato da Lacan, non è fondamentalmente un buio contenitore di pulsioni, ma lo si può intendere come una nuova possibilità, come il soffio di leggerezza con cui una lieve brezza di primavera ci può accarezzare, facendoci scoprire del nuovo in noi e attorno a noi. L’inconscio, però, e il discorso analitico, non sono sempre lì, la loro presenza si dà in atto e perché ciò avvenga occorre che del desiderio dello psicoanalista si realizzi, lì dove l’analista si trova ad operare – nel suo studio, ma anche nelle istituzioni in cui è implicato nella città e, più in generale, nell’epoca in cui gli tocca vivere. Nel nostro tempo, pericolosamente deprivato dall’esperienza dell’inconscio, lo psicoanalista ha da giocare la sua funzione di “operatore del taglio” nel discorso che ogni volta incontra e nel quale non può non includersi. Questa è la sfida che l’epoca attuale ci lancia: mantenere una posizione avvertita, provarci, contrastando la deriva attuale del discorso verso un realismo, un attaccamento alla realtà dell’evidenza che cancella totalmente l’inconscio dall’esperienza del soggetto contemporaneo, producendo, spesso, il peggio. Lo psicoanalista implicato nella sua epoca, mettendosi dalla parte dell’inconscio, si mette dalla parte dei soggetti, offrendo loro delle vie di uscita altre rispetto al passaggio all’atto estremo. Maria Laura Tkach Link per il convegno: http://tutto-torino.blogspot.com/ Link per il Forum: http://www.scuolalacaniana.it/appuntamenti_scheda.asp?s=1&id=246