Il molteplice che avanza
Quanti secoli ha il problema dell’uno e del molteplice? È stato uno delle trame di fondo del pensiero greco, come l’opposizione tra essere e divenire, e ha percorso tutta la filosofia occidentale, fino all’insiemistica contemporanea. Platone si è esercitato sulle antinomie dell’Uno nel dialogo memorabile del Parmenide. Cantor ha fatto esplodere il molteplice in un infinito sovranumerabile che sovrasta la potenza dell’Uno.
Vi sembrano questioni metafisiche? No, sono temi che la lente del pensiero vede nella loro grana ontologica, e che noi viviamo nel quotidiano della nostra esperienza. Ci siamo accorti tutti che il regime dell’Uno è in crisi, e il ripetuto accento che i nostri dibattiti pongono su quel che Lacan ha messo in risalto – che l’Altro non esiste – va in questo stesso senso. La società liquida di Bauman è liquida perché non è più tenuta insieme dalla consistenza, dalla solidità dell’Uno. La crisi dell’Uno significa il passaggio a un nuovo regime in cui tutto è ancora da inventare.
Questo investe nel modo più concreto la comunità psicoanalitica italiana del Campo freudiano che, per prima, lancia un segnale di quel che sarà presto dovunque tendenza: il passaggio dal regime dell’Uno a quello del molteplice.
Abbiamo viso negli ultimi giorni l’annuncio di due nuovi Istituti che presentano le loro credenziali al Campo freudiano e che, in dialogo con la Scuola, si propongono per un’articolazione che ridisegna la nostra geografia.
Alcuni hanno percepito con inquietudine questi nuovi segnali, e hanno chiesto giustamente che i responsabili della Scuola rompessero il silenzio sull’argomento. In realtà non c’era un silenzio da rompere, perché tutto è nato in uno scambio di idee, ma senz’altro era importante informare la comunità sullo stato attuale dei fatti.
Si può tuttavia certo capire l’inquietudine: il fatto è che il molteplice, come Aristotele diceva dell’essere, si manifesta in molti modi. Il primo modo, l’ottobre dell’anno scorso, è stato aggressivo, e ne conosciamo tutti i risvolti che si possono leggere nella Conversazione pubblicata ormai in tutte le lingue dell’AMP.
Si poteva quindi temere che anche le successive manifestazioni del molteplice andassero sotto lo stesso segno di animosità, di critica, di destituzione.
Ebbene non è così: i successivi Istituti che si sono presentati sulla scena, l’INPLA e l’IPOL, non partono da una critica alla Scuola e le si propongono piuttosto come risorsa. Nell’ultimo incontro di Consiglio i responsabili di questi Istituti, Carmelo Licitra Rosa e Rosa Elena Manzetti, ne hanno esposto il progetto, di cui tutti avete potuto leggere le linee di fondo su SLP-Corriere perché, insieme al Consiglio, si studino i modi migliori per mettere a frutto le sinergie che queste novità creano.
Il molteplice non significa quindi la frammentazione, ma la moltiplicazione delle risorse per un arricchimento della comunità nel suo insieme.
È una situazione nuova e di transizione: non abbiamo già pronte le formule per darle una direzione, ma è proprio questo a rendere interessante il momento che stiamo vivendo. Siamo in una fase innovativa, si creano possibilità e configurazioni che non erano già date nella nostra storia, e noi ne siamo i protagonisti con il compito di dar loro forma e sbocco. Bisognerà discutere, confrontarsi, parlarsi per capire come attingere il meglio dalle nuove forze che stanno affiorando nella nostra comunità.
Se non bastasse questo, a mobilitare le nostre energie c’è ora anche un altro progetto: la creazione di un Polo Clinico cui facciano capo i CPCT in Italia. Anche in questo caso non abbiamo già le ricette in tasca. Per il momento abbiamo vagliato l’ipotesi di una Fondazione CPCT e Maurizio Mazzotti è stato incaricato di sondarne la fattibilità sul piano legale. Altre ipotesi possono essere messe al vaglio.
Qualunque sia l’orientamento che verrà preso m’incarico io stesso e mi faccio garante, in un costante dialogo con le istanze internazionali, perché l’esperienza dei CPCT possa trovare in Italia il modo migliore di realizzazione, fruendo, quando è il caso, dell’esistente, o creando nuove opportunità se necessario.
Di tutti gli sviluppi a venire la comunità sarà tenuta al corrente costantemente e abbiamo previsto anche che, periodicamente, un comunicato del Consiglio informi brevemente qualora ci siano decisioni rilevanti al di là dell’ordinaria amministrazione.
PS. Preciso – poiché il problema è stato sollevato – che la SLP non ha mai esercitato forme di censura sul contenuto e sulle opinioni politiche espresse nella lista. La lista ha tuttavia un coordinatore che ne è legalmente responsabile. Per sua tutela e per la buona forma dei nostri scambi ha consegna di filtrare messaggi contenenti insulti, attacchi personali, espressioni di odio razziale o comunque lesive della dignità personale.
Marco Focchi
Presidente SLP
Lo múltiple que avanza ¿A cuantos siglos se remonta el problema de lo uno y lo múltiple? Fue una de las tramas de fondo del pensamiento griego, como la oposición entre ser y devenir, y recorrió toda la filosofía occidental, hasta la teoría de los conjuntos contemporánea. Platón se ejercitó sobre las antinomias del Uno en el memorable diálogo de Parménides. Cantor hizo explotar lo múltiple en un infinito supernumerable que supera la potencia del Uno.
¿Os parecen cuestiones metafísicas? No, son temas que la lente del pensamiento ve en su textura ontológica, y que nosotros vivimos en lo cotidiano de nuestra experiencia. Todos nos hemos dado cuenta de que el régimen del Uno está en crisis, y el repetido acento que nuestros debates colocan sobre lo que Lacan puso de relieve – que el Otro no existe – va en este sentido. La sociedad líquida de Bauman es líquida porque ya no se mantiene unida por la consistencia, por la solidez del Uno. La crisis del Uno significa el pasaje a un nuevo régimen en el que todo está aún por inventar.
Esto afecta de la manera más concreta a la comunidad psicoanalítica italiana del Campo Freudiano que, en primer lugar, lanza una señal de aquello que pronto será tendencia en todas partes: el pasaje del régimen del Uno al de lo múltiple.
Hemos vivido en los últimos días el anuncio de dos nuevos Institutos que presentan sus credenciales al Campo Freudiano y que, en diálogo con la Escuela, se proponen para una articulación que rediseña nuestra geografía.
Algunos han percibido con inquietud estas nuevas señales, y justamente han pedido que los responsables de la Escuela rompieran el silencio sobre el tema. En realidad no había silencio que romper, porque todo ha nacido en un intercambio de ideas, pero sin duda era importante informar a la comunidad sobre el estado actual de los hechos.
Sin embargo, ciertamente se puede entender la inquietud: el hecho es que lo múltiple, como Aristóteles decía del ser, se manifiesta de muchos modos. El primer modo, en octubre del año pasado, fue agresivo, y todos conocemos las repercusiones que se pueden leer en la Conversación ahora ya publicada en todas las lenguas de la AMP.
Se podía pues temer que también las sucesivas manifestaciones de lo múltiple fuesen bajo el mismo signo de animosidad, de crítica, de destitución.
Y bien, no es así: los sucesivos Institutos que se han presentado en escena, el INPLA y el IPOL, no parten de una crítica a la Escuela y se le proponen más bien como recurso. En el último encuentro del Consejo los responsables de estos institutos, Carmelo Licitra Rosa y Rosa Elena Manzetti, han expuesto el proyecto, del cual todos habéis podido leer las líneas de fondo en SLP-Corriere para que, junto con el Consejo, se estudien las mejores maneras de aprovechar las sinergias que estas novedades crean.
Lo múltiple no significa, pues, la fragmentación, sino la multiplicación de recursos para un enriquecimiento de la comunidad en su conjunto.
Es una situación nueva y de transición: no tenemos ya preparadas las fórmulas para darle una dirección, pero es precisamente esto lo que hace interesante el momento que estamos viviendo. Estamos en una fase innovadora, se crean posibilidades y configuraciones que no estaban ya dadas por supuesto en nuestra historia, y nosotros somos los protagonistas con la tarea de darles forma y salida. Será necesario discutir, confrontarse, hablarse para entender cómo extraer lo mejor de las nuevas fuerzas que están aflorando en nuestra comunidad.
Si esto no fuese suficiente para movilizar nuestras energías, hay aún otro proyecto: la creación de un Polo Clínico del que dependan los CPCT en Italia. En este caso tampoco tenemos ya las recetas en el bolsillo. De momento hemos barajado la hipótesis de una Fundación CPCT y Maurizio Mazzotti ha sido el encargado de sondear la factibilidad en el plano legal. Otras hipótesis pueden ser consideradas.
Cualquiera que sea la orientación que se tome, me encargo yo mismo y me hago garante, en un constante diálogo con las instancias internacionales, de que la experiencia de los CPCT pueda encontrar en Italia el mejor modo de realización, disfrutando, cuando sea el caso, de lo existente, o creando nuevas oportunidades si es necesario.
De todos los desarrollos por venir la comunidad será mantenida al corriente constantemente y hemos previsto también que, periódicamente, un comunicado del Consejo informe brevemente en el caso de que haya decisiones relevantes más allá de la administración ordinaria.
PD: Preciso – puesto que el problema ha sido planteado – que la SLP nunca ha ejercido formas de censura sobre el contenido y sobre las opiniones políticas expresadas en la lista. La lista tiene, en cualquier caso, un coordinador que es legalmente responsable. Para su tutela y para la buena forma de nuestros intercambios tiene la consigna de filtrar mensajes que contengan insultos, ataques personales, expresiones de odio racial o igualmente lesivas de la dignidad personal.
Presidente de la SLP
(De SLP-Corriere. Traducción de Silvia Grases para ELP)