Di un discorso che non sarebbe del sembiante, o peggio, ancora.
Laura Cecilia Rizzo
Devo all’eco dei precedenti contributi la proposta di questo titolo: la frase evoca tre scansioni nello smontaggio della struttura dell’inconscio portato fino le ultime conseguenze da Lacan, leva di ciò che Jacques-Alain Miller ci spinge ad afferrare per saperci fare con la clinica del XXI° secolo, appunto, con i disordini del reale. [1] Trovo che in questa evocazione si possa cogliere il distinguo che inaugurava questo dibattito: l’inguaribile freudiano e l’intrattabile lacaniano. [2]
Nel seminario XVIII abbiamo i discorsi, con il reale. Si tratta di una localizzazione che identifica il godimento, eterogeneo per definizione al significante, con un più di godere che ne circola, appunto, come impossibile. Il seminario, dove JAM ci orienta a collocare l’inizio del TDI, pone quindi il problema di ciò che del reale non è simbolizzato, del godimento che non rientra nella struttura quadripartita, che comunque Lacan sosterrà come passaporto anche nell’approdo ai nodi, passando dalla logica.
E’ il momento dove Lacan ci da il segreto dell’ontologia – dirà Miller- cioè, “che l’essere non è che sembiante”. Così ci apre all’iter di ciò che sboccherà nel reale lacaniano. Dall’universale e necessario del significante al singolare e contingente della lettera, è nella differenza tra l’essere ( che concerne il sembiante) e l’esistenza (che concerne il reale) che Miller localizza la chiave della svolta che è la riformulazione del reale. [3]
Nel Seminario successivo, il XIX, …ou pire, nelle lezioni di fine maggio e primo giugno, con in mezzo un viaggio in Italia, Lacan insiste mettendo alla prova una formula che riprenderà con i nodi in seno al Seminario successivo, Ancora. Si tratta del suo Yad’lun, come Miller lo scrive rendendo « il suo carattere di giaculatoria ». Il termine rimanda al lontano “significante in quanto tale” così colto da Lacan nel terzo seminario, dalla lingua schreberiana, “parola insignificante che connota la scomposizione del discorso interiore”. [4] In effetti cantilena di un godimento fuori senso, in questa formula si legge la lettera dell’Uno, senza Altro. Dice Lacan: “Un Uno molto particolare, che separa dal due ed è un abisso”. [5]
Siamo al di fuori dell’ordine del linguaggio: “come dico Yad’lun, occorre cogliere- avverte Lacan, che “pas deux”. La formula y en a pas deux, va spiegata, separata, ci indica, nel “c’è dell’Uno” o bene “non c’è rapporto sessuale”. La formula « soddisfa un argomento, come tale – aggiunge- interamente vuoto di senso: che ci sia uno per uno non motiva il c’è rapporto sessuale ». [6] Nel luogo della mancanza strutturale di essere riguardo una identità sessuata, regna l’Uno. S’impone una logica. [7]
E’ nel seminario XX Ancora, come in questo dibattito abbiamo potuto leggere, che l’amore si rivelerà supplenza. [8] Un amore più logico che consolatorio, e non solo: un amore che sì crede nel padre è per mezzo di un consentimento al non tutto del Nome, vale a dire al padre come sintomo.
Il reale lacaniano è la dimostrazione del saperci fare col sintomo, il suo: il reale prodotto con la scoperta freudiana dell’inconscio. Fare del NP un sintomo è quindi il legato di Freud che Lacan ci consegna, e che pone nella trama dell’amore al padre il nocciolo che ha fondato l’equivoco del significante. [9] La passione per il padre portò Freud all’inguaribile della sessualità, il male cronico che mina l’ordine simbolico, è ben fondata la sua spinta agli analisti riguardo riprendere le proprie analisi. La passione di Lacan per il sinthomo gli « servì per giungere a quella zona irrimediabile dell’esistenza in cui uno non può più niente per due ». [10] La Scuola di Lacan ex- siste alle Scuole del Campo freudiano per scriverci il seguito. A noi la scommessa.
Lacan, Jacques, cur. Di Ciaccia, A.Il seminario XVIII Di un discorso che non sarebbe del sembiante. 2010, Einaudi
Lacan, Jacques, Miller, Jacques-Alain, Le Seminair livre XIX …ou pire.Lezione del 15/5/1972 e 1/6/ 1972
Lacan, Jacques, cur. Di Ciaccia, A. Il seminario. Libro XX. Ancora 1972-1973. 2011, Einaudi.
[1] Miller, Jacques-Alain, Presentazione del tema del VIII Congresso della AMP, durante il VII Congresso a Buenos Aires. In Wapol.org
[ 2] Paola Francesconi, L’inguaribile freudiano e l’intrattabile lacaniano. Dibattito on line verso il X Convegno SLP, in AMP Blog
[3] Miller, Jacques- Alain, Corso 2011 L’ètre e l’un, lezione 6. Traduccion no oficial en español de @aubedelune a partir de los tweets de @fources, @Timecerise y del blog de @damneedunet appunti di V. Muller
[4] Lacan, Jacques, Il Seminario. Libro III. Le psicosi (1955-1956) Piccola biblioteca Einaudi, lezione del 4-07-1956
[5] Lacan, Jacques, Seminario XIX 1-06-1972 Ou Pire
[6] Ibidem 15-05-1972
[7] Cf. Miller, Jacques-Alain, Corso citato, Lezione 6
[8] Antonio Di Ciaccia, Notula estemporanea sul tema del Convegno. Dibattito on line verso il X Convegno SLP, in AMP Blog
[9] Il passo dall’inconscio trasferale all’inconscio reale, di cui testimonia ogni AE , rifondazione della passe voluta da Jacques-Alain Miller al cuore del dibattito delle nostre Scuole (Cf. nota 10)
[10] Miller, Jacques-Alain, Presentazione del tema del VIII Congresso della AMP, durante il VII Congresso a Buenos Aires. In Wapol.org