In questo dibattito, così come nel Forum, ci hanno accompagnato alcuni riferimenti sui quali ci siamo soffermati in modo particolare, e che sono stati ripresi in diversi interventi: in primis i testi di Freud e Lacan sul legame sociale e la logica del discorso capitalistico; la lettura a più riprese sviluppata da Jacques-Alain Miller sul discorso ultramoderno; ma anche i testi di Foucault e Debord, che tratteggiano caratteri interni alla struttura propria del discorso sociale contemporaneo, dalla lettura critica del panopticon benthamiano che troviamo in « Sorvegliare e punire », fino alla società dello spettacolo. Due riferimenti più recenti hanno funzionato da catalizzatori ulteriori del dibattito: il recente libro del filosofo coreano Byung Chul Han « La società della trasparenza » (Berlino 2012; Roma 2014) ed il testo del nostro collega francese Gérard Wajcman « L’Oeil absolu« (Parigi 2010).
Il dibattito si è rivelato di grande interesse anche per un pubblico non strettamente di clinici, interessato a pensare alla condizione del soggetto nella società contemporanea e alla nuove forme del disagio della Civiltà; dimensioni che Freud e Lacan ci hanno indicato come essenziali da mettere in rilievo per il lavoro dello psicoanalista e per la funzione della psicoanalisi nella Civiltà del proprio tempo. Tuttavia a ben leggere la questione trattata, è eminentemente clinico in senso analitico il filo conduttore che ha attraversato il Forum dall’inizio alla fine: la trasparenza come uno dei nomi fondamentali del Super-Io contemporaneo, non riducibile allo statuto immaginario di ideale, né a mito. E’ infatti una economia di godimento veicolata e amplificata dai sistemi contemporanei di controllo, registrazione, calcolo e dall’applicazione delle nuove tecnologie al servizio di essa, che sostiene l’imperativo della trasparenza nella vita contemporanea. La dimensione imperativa si rivela in tutta la sua portata laddove opera verso la riduzione del reale del soggetto al visibile, misconoscendo l’irriducibilità del primo al secondo.
Questo superamento del limite, che troviamo anche alla base dello scientismo contemporaneo, permea il funzionamento dell’attuale « panopticon virtuale » in cui siamo immersi, in cui ciascuno è visto continuamente dall’Altro senza eccezioni. Nel passaggio dal diritto a dire e a vedere, al dover dire tutto e vedere/mostrare tutto si sancisce lo scivolamento dall’ideale moderno dei Lumi alla sua deriva superegoica senza limiti, che misconosce la dimensione dell’impossibile e produce effetti di devastazione nel soggetto contemporaneo.
L’andamento del dibattito ha avuto l’effetto di aprire delle questioni ed iniziare ad articolarle, piuttosto che l’effetto di chiuderle. In questo ha mantenuto vivo il desiderio di un rilancio in chi vi ha partecipato, 180 persone tra colleghi e appartenenti alla società civile. Che cosa ne sia dello stato della schisi tra occhio e sguardo articolata da Lacan nel Seminario XI per il soggetto contemporaneo nell’epoca del panopticon virtuale è infatti una questione aperta. La diffusione dei sintomi contemporanei potrebbe darci forse qualche elemento in più di riflessione per coglierne la portata.
Il Presidente della SLP