Ancora donna
Parliamo di femminilità a quarant’anni dal
Seminario XX, Ancora di Jacques Lacan
Fondazione Querini Stampalia, Venezia
16 novembre 2012, ore 17
Appuntamento venerdì 16 novembre alle 17 a Palazzo Querini Stampalia con Ancora donna, Parliamo di femminilità a quarant’anni dal Seminario XX, Ancora di Jacques Lacan.
In occasione della pubblicazione del Seminario Ancora, tenuto nel 1972 dal celebre psicoanalista Jacques Lacan, un invito ad interrogarsi sull’attualità delle tematiche affrontate, mettendole a confronto con le problematiche odierne.
L’incontro è organizzato dalla Fondazione Querini Stampalia dell’Istituto Freudiano per la Clinica, la Terapia e la Scienza con la collaborazione della Scuola Lacaniana di Psicanalisi, Sede di Venezia.
Con il Seminario XX Ancora, del 1972, Jacques Lacan è andato oltre l’assunto freudiano, secondo il quale il destino della donna sarebbe ineluttabilmente segnato dalla sua anatomia, asserendo addirittura che la donna sarebbe non-tutta. Un’assoluta novità nel campo psicoanalitico e un’affermazione sconvolgente per il movimento femminista di allora.
Ma attenzione, una donna è non-tutta in un’accezione speciale, non perché mancherebbe di qualcosa, al contrario, è non-tutta nel campo della norme mâle, la norma maschile, in quanto la eccede. Una donna è non-tutta poiché occupa il luogo dell’Altro, luogo del linguaggio in cui non c’è parola che possa definire La donna come significante universale. Luogo che è spazio di libertà in cui una donna, singolarmente, nella sua unicità, può avere il privilegio di situarsi e di vivere un’esperienza soggettiva indicibile. Per accostarsi ad essa, Lacan evoca l’icona di una grande mistica: Santa Teresa immortalata dal Bernini, qualificandone l’esperienza come Autre jouissance, godimento Altro, indicibile, infinito, in eccesso.
A quarant’anni di distanza da queste asserzioni quale singolarità per una donna oggi? In un mondo in cui prevale universalmente il consumo degli oggetti e il corpo delle donne – rispondente al desiderio maschile, segnato dal bisturi e dai lifting – è un oggetto tra gli altri?
In un mondo in cui prevale l’individualismo, il nostro futuro prevede ancora un femminile singolare, in cui una donna possa ancora essere Altro?
Chiara Mangiarotti, psicoanalista, introdurrà a questi temi.
Manuela Fraire ci parlerà dell’Altro godimento femminile, al di là della madre che potenzialmente è in ogni donna. Un concetto per definizione sfuggente; una questione di linguaggio ma che in esso costituisce una mancanza, dove il corpo è definito dalle parole e non dall’anatomia.
Rosamaria Salvatore, professore associato di Storia e Critica del Cinema e di Cinema e Psicoanalisi presso l’Università di Padova, ci condurrà in un percorso attraverso il cinema di ieri e di oggi. Storie dove, in forme diverse, la posizione della donna non è circoscrivibile; dove la domanda d’amore sfugge tanto alla comune concezione della passione quanto a una soddisfazione momentanea e chiede, per riprendere il titolo del film di Soldini, Qualcosa di più.
Manuela Fraire vive a Roma dove lavora come psicoanalista. E’ membro ordinario della Società Psicoanalitica Italiana. Dal 1974 ha fatto parte del movimento femminista all’interno del quale si è formata attraverso la pratica dell’autocoscienza. Come femminista e come psicoanalista si occupa da sempre del rapporto madre-figlia e della necessità di un suo ridimensionamento che permetta lo sviluppo della libertà femminile. Ha scritto su questo tema sulle riviste “Memoria”, “Reti”, “Lapis”, “Sofia”,”Dwf”. Tra le sue pubblicazioni più recenti: M. Fraire, R. Rossanda, La perdita, Bollati Boringhieri, Torino 2008; M. Fraire (a cura di), Lessico politico delle donne. Teorie del femminismo, Fondazione Badaracco-Franco Angeli, Milano, 2002; M. Fraire, Tensioni e permeabilità tra la psicoanalisi e le idee correnti
in A.A. V. V., Pensare l’inconscio. La rivoluzione psicoanalitica tra ermeneutica e scienza, a cura di F. Borrelli, Manifestolibri, 2001.
Rosamaria Salvatore è professore associato di Storia e critica del cinema presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Padova. Membro della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi, è docente dell’Istituto freudiano per la clinica, la terapia e la scienza. Ha approfondito gli studi relativi alle interferenze fra psicoanalisi e modelli teorici cinematografici, con particolare riferimento alla Teoria dello sguardo di Lacan. Tra le sue più recenti pubblicazioni Dossier Schermi psicanalitici, «La Valle dell’Eden», n. 15, 2005; Traiettorie dello sguardo. Il cinema di Philippe Garrel, Il Poligrafo, Padova 2002; La distanza amorosa. Il cinema interroga la psicoanalisi, Quodlibet, Macerata 2011.
Chiara Mangiarotti, psicologa, psicoanalista. membro della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi, docente dell’Istituto Freudiano per la clinica la terapia e la scienza, dirige il “Centro Martin Egge per la cura dei bambini e degli adolescenti autistici o con sofferenze psichiche”. Ricordiamo tra le sue pubblicazioni: Figure di donna nel cinema di Jane Campion. Una lettura psicoanalitica, Franco Angeli, Milano 2002; Invenzioni nella psicosi Unica Zürn, Vaslav Nijinsky, Glenn Gould con C. Menghi e M. Egge, Quodlibet, Macerata 2008 ; Mysteries of Love: Mullholland Drive, in Fata Morgana n. 12, 2010.