Comunicato dell’Agenzia France Presse Un film sull’autismo vietatoAFP Pubblicato il 26/01/2012 alle 18.04 · Il film controverso sull’autismo Le Mur, che vuole provare « l’assurdità » dell’approccio di questa malattia con la psicoanalisi e che vanta, invece, i metodi cosiddetti comportamentali, è stato vietato oggi dopo una denuncia da parte di alcuni psicoanalisti interrogati in tale documentario. Il tribunale di Lille ha « constatato che i passi delle interviste » degli psicoanalisti di fama « Esthela Solano-Suarez, Eric Laurent e Alexandre Stevens (…) attentano alla loro immagine e alla loro reputazione in quanto il senso delle loro affermazioni è snaturato », afferma la sentenza.
I passaggi delle interviste, che figurano nel film, « devono essere soppressi », aggiunge la sentenza, il che, secondo l’avvocato della documentarista Sophie Robert, l’avv. Benoît Titran, significa che « il film è vietato ». « Non c’è più film », ha sottolineato. Giacché la decisione, che ha effetto immediato, avrà come conseguenza il fatto che Le Mur debba essere ritirato da internet –dove è presentato in particolare sul sito dell’associazioneAutistes sans frontières – fintanto che non sarà stato rimaneggiato, e questo con una penale di 100 euro per ogni giorno di ritardo.
Il tribunale dà risalto al fatto che alcuni dei passaggi dei colloqui con gli psicoanalisti sono talvolta preceduti, nel montaggio finale, da domande diverse da quelle poste durante la registrazione. Ritiene anche che alcuni passaggi – talvolta si tratta di alcune parole – non rendano conto della complessità del punto di vista dello psicoanalista interrogato e che i tagli del montaggio hanno come conseguenza il fatto che alcuni passaggi sono in contraddizione con alcune opinioni esposte prima in modo particolareggiato nell’intervista.
« A questo prezzo, qualsiasi documentario montato può essere vietato. Il documentarista non ha più il diritto di portare uno sguardo nel suo montaggio », ha commentato l’avv. Titran, che farà appello. « Il lavoro di montaggio è messo in causa. Con una simile giurisprudenza, (il regista americano di documentari impegnati) Michael Moore non potrebbe fare film in Francia », ha detto dispiaciuto. D’altro canto, la regista e la sua casa di produzione sono state condannate a pagare ai tre querelanti 19.000 euro di danni e interessi « come risarcimento per il danno derivante dall’attacco alla loro immagine e alla loro reputazione », secondo la sentenza. A questi si aggiungono 9.000 euro per la pubblicazione del dispositivo della decisione in tre riviste scelte dai querelanti e 6.000 euro per le spese legali. « Questo fa pesare un pericolo economico reale sulla casa di produzione e sulla regista », ha sottolineato l’avv. Titran.
L’avvocato dei querelanti, l’avv. Christian Charrière-Bournazel, non era disponibile nell’immediato per commentare tale decisione. Aveva denunciato, durante l’udienza tenutasi l’8 dicembre, « un’impresa polemica destinata a ridicolizzare la psicoanalisi », di fronte a una sala strapiena di genitori di bambini autistici, giunti per sostenere Sophie Robert.