Cari Colleghi,
vi informo che è disponibile sul sito della SLP il nuovo numero di APPUNTI. Di seguito l’editoriale in allegato troverete l’indice.
EDITORIALE
questo numero di Appunti è un numero speciale, che si aggiunge alle nostre uscite programmate. Speciale per l’occasione in cui esce: il decimo Convegno della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi che, intorno al tema: “ Molteplicità delle identificazioni e unicità del godimento”, celebra il decennale proprio a Bologna, città che ospitò nel 1982 il primo Seminario del Campo Freudiano in Italia e dove è stato depositato lo statuto dell’Associazione nel 2002. L’atto di fondazione della SLP si realizzò nel maggio 2002 a Milano. Apriamo questo numero con un contributo di Maurizio Mazzotti, primo presidente della SLP, dal titolo “Una scuola, una visione dialettica”. Attraverso questo testo possiamo ripercorrere i momenti dell’atto di fondazione della SLP e cogliere importanti punti di riflessione. Di seguito, pubblichiamo i contributi che hanno animato il dibattito preparatorio al Convegno. Il dibattito on line, denominato “ dibattito Bologna”, è stato ricco, propedeutico all’evento e allo stesso tempo, come da tradizione della nostra Scuola, evento esso stesso costituito da ventisei contributi estremamente interessanti. Ogni testo appare orientato da una tensione, che il tema del Convegno evoca, sul solco dell’insegnamento di Lacan: dal molteplice all’uno. Solco che orienta l’esperienza psicoanalitica: quando l’analisi è portata fino al suo termine, il soggetto non si orienta più facendosi rappresentare dalle molteplicità identificatorie, per evitare l’incontro con il reale, ma giunge invece a cogliere il godimento che lo concerne, nel suo intimo, nella sua unicità. I contributi al dibattito preparatorio, che qui pubblichiamo nell’ordine in cui ci sono pervenuti, sviluppano i temi centrali che la pratica, la clinica e la teoria psicoanalitica assumono nell’interpretare gli avvenimenti del soggetto nell’epoca odierna. Un soggetto che si trova ad affrontare il rapporto tra Sé e la propria identità nel XXI secolo, epoca della dissoluzione del Nome del Padre. Credo che questi contributi mostrino come la tensione culturale attraverso la quale sono interrogati gli insegnamenti di Lacan nella nostro comunità sia avanzata e proficua. Così com’è avanzata la lettura, la decifrazione, delle condizioni in cui il soggetto si trova a costruire i suoi legami sociali. Inoltre gli interventi sulla clinica presenti nel dibattito mostrano come sia percepibile la necessità, per chi opera nel campo delle istituzioni, della salute pubblica, della cultura della “salute del mentale”, degli strumenti che la “nostra clinica” psicoanalitica possiede grazie al pensiero di Lacan. Partendo da questa necessità può nascere tra operatori di diversa formazione un incontro proficuo. In direzione di questo incontro e con il desiderio che puntava dritto in direzione della clinica, Carlo Viganò, primo Presidente del Gruppo Italiano della Scuola Europea di Psicoanalisi, ha sempre lavorato. Appunti lo ricorda nelle giornate di Bologna, nel decennale della SLP, con tre testi. Il primo è quello con il quale Paola Francesconi apre la serata, dal tema: ” la Scuola, dieci anni dopo: una riflessione a partire dal contributo di Carlo Viganò”, a lui dedicata. Segue Raffaele Calabria con “Carlo Viganò a Ravenna” : nella prima parte, la storia del rapporto tra Vigano’ e il gruppo SLP di Ravenna, che risale fino alla nascita della comunità; nella seconda, le conferenze tenute nella AUSL, la formazione sulla costruzione del caso clinico, gli incontri sul cartello e la giornata sullo Psicodramma freudiano. Il terzo contributo è di Marcello Morale, “Isolare la menzogna nel reale – Carlo Viganò, tra ricerca clinica e testimonianza”. L’Autore ci ricorda come Carlo Viganò credesse che, quando si condivide un desiderio per la clinica, ci si può intendere anche al di là delle divergenze “dottrinali”: bisogna, e si può darne testimonianza e questa dev’essere rigorosa. Questo rigore può consentire alla clinica di dialogare con la scienza, e dunque di esserne interlocutore capace di raccogliere e trattare gli effetti incalcolabili del suo operato, senza doversi ridurre o confondere con essa.
Buona lettura
Carlo De Panfilis